Chiavari, 27 marzo 2008

Ristorante Monterosa

Rotary Club Rapallo Tigullio

Nel corso di una piacevole serata conviviale il Presidente dell’Istituto per il Baliatico Giovanni Nicola Dallorso ha tenuto una breve relazione sulla storia e sull’attività della Fondazione, su invito del Presidente del Rotary Club Rapallo Tigullio Geom. Giuseppe Gaia Maretta.

Riportiamo di seguito il testo della relazione con i link ai documenti d’archivio presentati in visione nel corso della prolusione.


L’Istituto per il Baliatico e l’assistenza ai più piccoli.

Da ente pio a moderna fondazione

Introduzione. Questa breve dissertazione vuole raccontare la storia dell’Istituto per il Baliatico che ha sede qui a Chiavari ed assiste i bambini del Tigullio. Vorrei partire da un inquadramento del contesto sociale, per meglio comprendere le ragioni che indussero un nostro concittadino, l’Avvocato Antonio Daneri (Chiavari, 3/3/1858 – Carasco 6/12/1919), a desiderare fortemente la creazione di un ente che si occupasse degli infanti poveri. Ove possibile cercherò di intersecare la storia particolare che ci riguarda con la storia generale, con gli eventi che anche nostro malgrado hanno attraversato questo territorio, in quanto ogni nostra attività, anche la più piccola, risente sempre nelle sue cause e nelle sue conseguenze del contesto storico in cui avviene.

Nella seconda parte vi parlerò brevemente dell’attività attuale dell’Istituto.

 

IL CONTESTO SOCIALE

La pratica della mise en nourrice era, nell’Ottocento, ampiamente diffusa non solo nelle classi più alte, ma anche negli strati medi e bassi della popolazione cittadina: spesso si portava il bambino in campagna o presso una nutrice, ma la percentuale di sopravvivenza del neonato non era molto alta. Oppure erano anche le Pubbliche Istituzioni che ricorrevano a nutrici a pagamento per nutrire bambini abbandonati o malcurati.

 

Il baliatico (inteso come allattamento ed allevamento degli infanti) era una particolare attività svolta dalle donne contadine. Nelle famiglie di contadini, infatti, le donne che avevano partorito o che erano prossime al parto potevano andare a far da balie in città, o ricevere in casa un bambino altrui, per allattarlo.

Le famiglie contadine stesse presentavano le donne al medico o ad alcune levatrici che facilitavano l’incontro tra domanda e offerta, spesso dietro pagamento di una tariffa. Esistevano radicate convinzioni che rapportavano l’aspetto fisico delle donne (alte o basse, brune o bionde) alle loro capacità di balia e prevedevano un trattamento economico conseguente.

Individuata la famiglia di destinazione, la balia doveva essere pronta a partire non appena richiesto, ed il periodo di lavoro durava dai 12 ai 14 mesi, tranne i casi in cui il bambino affidatole morisse o lei perdesse il latte. Poteva capitare che, ultimato l’allattamento, la balia passasse ad altra famiglia o restasse nella stessa come cameriera.

Le veniva pagato il viaggio verso la città ed un salario mensile variabile in funzione della situazione economica della famiglia ospitante; riceveva, inoltre, regali e omaggi in funzione della sua bravura e del rapporto che si instaurava tra lei e la famiglia del bambino.

 

Le balie dovevano lasciare il proprio figlio per andare in città, lontano dalla propria casa ed occuparsi dell’allattamento di un altro bambino. La pratica era diffusa: una novella del tempo, La balia di Pirandello (1903) - anche riproposta, in versione cinematografica da Marco Bellocchio, in un film del 1999 dal titolo omonimo - descrive efficacemente questi aspetti.

 

Le contadine vi vedevano un miglioramento della propria condizione personale, utile oltretutto a far fronte ai bisogni delle loro stesse famiglie, anche se questo implicava l’abbandono della propria prole.

Esse, lasciando la campagna, non dovevano più sopportare le fatiche dei campi, incontravano un trattamento di favore, uno stile di vita più comodo, evitavano di subire la sorveglianza del marito, della suocera, di tutti i componenti della famiglia, per vivere in un ambiente migliore, per apprendere anche aspetti e stili di vita fino ad allora ignorati. Nella dura esistenza di queste povere donne, il baliatico rappresentava una particolare parentesi di alcuni anni.

 

LE ORIGINI DELL’ISTITUTO

Antonia Ginocchio. La più remota traccia della volontà di aiutare i bambini si può riscontrare nel testamento della zia dell’Avv. Daneri, Antonia Ginocchio, che dispose con testamento un lascito per fornire il baliatico a due bambini di Carasco. A questa disposizione si aggiunge un lascito fatto in vita da una conoscente dell’Avv. Daneri, Angela Rocca, ed un ulteriore lascito da Stefano Campodonico regolato con convenzione. Catalizzatore per la realizzazione dell’Istituto fu l’Avv. Daneri che in vita curò le somme a lui affidate e, con testamento olografo del 22 giugno 1916, dispose di tali lasciti e di buona parte del suo patrimonio affinché la Società Economica di Chiavari curasse l’erezione in ente morale dell’Istituto per il baliatico degli infanti legittimi poveri, nome che l’Istituto ha mantenuto fino all’ultima revisione statutaria del 2005, con cui la denominazione è variata in Istituto per il baliatico. Nel suo testamento Daneri disponeva altresì che il suo unico erede Gio Batta Migone venisse chiamato a far parte dell’amministrazione dell’Istituto sua vita natural durante. DOCUMENTO

Le tre fondazioni, curate in vita dall’Avv. Daneri, costituite da benefattori sempre al fine di aiutare infanti poveri sono quindi:

1)     la Fondazione “Antonia Ginocchio”, con un capitale originario di £. 5.600, che disponeva l’obbligo di provvedere al baliatico di due bambini legittimi poveri del Comune di Carasco;

2)     la Fondazione “Stefano Campodonico”, con un capitale originario di £. 13.400, che disponeva l’obbligo di provvedere al baliatico di due bambini legittimi poveri delle Parrocchie di Campodonico e Sanguineto, nel Comune di Chiavari;

3)     la Fondazione “Angela Rocca”, con un capitale originario di £. 1.400, non disponeva obblighi.

Lettera alla S.E. Il 24 aprile 1913 l’Avv. Daneri, non ancora cinquantenne, memore dei lasciti a lui affidati e desideroso di concretizzare un utile servizio, in una lettera autografa, propone al Presidente della Società Economica di Chiavari la fondazione di un pio istituto.

Con notevole senso sì munifico ma nel contempo pratico, l’Avv. Daneri ribadisce l’importanza di una pronta assistenza, fin dalla nascita, dei bambini poveri del Comune di Chiavari, sopperendo ai loro bisogni, sostituendosi ai genitori non in grado di farlo. Per raggiungere lo scopo ritiene che il Comune debba promuovere, in accordo con la Società Economica di Chiavari, la fondazione di un Istituto, avendo questi enti i mezzi e l’autorità per fare ciò. Il Comune avrebbe dovuto contribuire con gli incassi annuali delle contravvenzioni (circa £. 1.000), la Società Economica con i proventi della lotteria annuale (circa £. 700). Altri proventi si attendevano da Cassa di Risparmio, Congregazione di Carità e oblazioni di privati. Confida pertanto che, unitamente alla Cassa di Risparmio e alla Congregazione di Carità, non vi siano esitazioni nel costituire l’Istituto, anche con i conferimenti delle fondazioni sopraindicate, fiduciariamente da lui gestite. L’Istituto sarebbe divenuto operativo dopo alcuni anni, non appena le rendite provenienti dai capitali gestiti, avessero generato una situazione patrimoniale tale da permettere l’erogazione regolare dell’assistenza.

Riferendosi agli infanti legittimi, l’Avv. Daneri precisa, per non essere frainteso, che non vuole compiere discriminazioni. Vi riporto un piccolo stralcio della lettera che descrive la filosofia che animava il fondatore. Dice:“per la prole illegittima od abbandonata provvede l’Ospizio per l’infanzia abbandonata, sostenuto dalla Provincia e dai comuni. Si osserva pure che l’istituto è destinato a soddisfare le esigenze degli infanti dalla nascita fino a che abbiano raggiunto l’età in cui possono essere affidati all’asilo infantile e che per conseguenza, oltre che all’allattamento, l’istituto deve provvedere all’ulteriore allevamento dell’infante fino all’età di tre anni. ... Si crede stabilire che gli infanti restino a carico dell’istituto fino all’età di tre anni, perchè nel periodo intercedente tra lo slattamento ed il loro collocamento all’asilo infantile, i bambini per difetto di nutrimento sano e di cure necessarie non deperiscano e non sia raggiunto così lo scopo che colla fondazione dell’istituto si tende a raggiungere”.

Schema di Statuto. Con molto senso pratico, a tale lettera il Daneri allega anche uno schema di statuto, che puntualmente stabilisce l’organizzazione dell’Istituto ed il funzionamento dell’erogazione del baliatico (definito come allattamento ed allevamento degli infanti). I bambini avrebbero dovuto abitare a Chiavari almeno da due anni. Eventuali bambini “estranei al Comune di Chiavari” avrebbero potuto accedere all’assistenza, ma a condizione che qualche fondazione o benefattore avesse corrisposto all’Istituto una somma annua di almeno £. 350 per ogni infante, pari a € 1.200 odierni, somma ritenuta congrua a fornire un’assistenza sufficiente.

Dettagliatamente viene anche stabilita la composizione del Consiglio di Amministrazione, formato da due membri nominati dal Comune e da due membri nominati dalla Società Economica: il presidente sarebbe stato nominato alternativamente dal Comune e dalla Società Economica.

Relazione. Comunque, a miglior descrizione, l’Avv. Daneri invia alla Società Economica anche una “Relazione sullo schema di statuto organico per l’erigendo Istituto per gli infanti legittimi di Chiavari”, nel quale, articolo per articolo, motiva le scelte adottate in sede di redazione e propone anche eventuali varianti da lui ritenute accettabili.

Risposta Comune. Con prontezza il Comune di Chiavari risponde all’appello dell’Avv. Daneri con lettera del 27/5/1913 nominando i membri del Comitato provvisorio per le pratiche relative alla erezione dell’Istituto di allattamento ed allevamento degli infanti legittimi poveri.

Negli anni successivi, anche in seguito allo scoppio della Prima Guerra Mondiale, non vengono compiuti progressi verso la fondazione dell’Istituto.

Morte. L’Avv. Daneri muore a Carasco il 6/12/1919 e riposa nella cripta della Cappella centrale del cimitero di Chiavari. L’Istituto ha posto una lapide nel Novembre 1938 e il novembre scorso, dopo molti anni, lo abbiamo ricordato con dei fiori sulla tomba.

Primi atti. Nel 1920 l’erede ed esecutore testamentario Gio Batta Migone contatta la Società Economica di Chiavari per adempiere le volontà dell’Avv. Daneri e, la vigilia di Natale deposita nelle mani del Presidente Not. Gio Mario Copello presso la cassa sociale della Società Economica i titoli dell’eredità da destinare all’erigendo Istituto per il baliatico degli infanti legittimi poveri in Chiavari: oltre ai titoli di Stato dei lasciti dei Signori Campodonico, Ginocchio e Rocca, anche titoli lasciati dall’Avv. Daneri per un ammontare di £. 87.000.

Il totale dei valori mobiliari depositati ammonta così a £. 109.300, per un valore attuale di circa € 140.000.

Inizia così il periodo di gestione congiunta del curatore testamentario, Gio Batta Migone, che amministra gli immobili, e la Società Economica, che si occupa dei titoli mobiliari.

 

LA FONDAZIONE DELL’ISTITUTO

La sera dell’11 aprile 1921 la Società Economica si raduna in seduta primaria, sotto la presidenza del Notaio Avvocato Gio. Mario Copello e alla presenza dell’Ufficio di Presidenza al completo, nelle persone del Comm. Giacomo Massa, Vicepresidente; Davide Descalzi, Ing. Ido Gazzano e Cav. Luigi Maria Rivara, Assessori; Cesare Dasso, Cassiere; Prof. Ugo Oxilia, Segretario Generale. Sono inoltre presenti numerosi soci, come si può ancora oggi ricavare dal verbale manoscritto. DOCUMENTO

Il Presidente ricorda ai soci il lungo percorso che ha portato all’erezione dell’Istituto, la ferma volontà dell’Avv. Daneri nel perseguire la sua creazione destinandogli il proprio patrimonio, le Fondazioni che vi confluiscono ed anche il contributo economico che vi apporta la Società Economica stessa, conferendovi il ricavato delle lotterie che venivano effettuate nel periodo dell’esposizione annuale.

Il patrimonio risulta ammontare, incluso il valore degli immobili, a £. 242.695,84 e prevede un reddito annuo di £. 11.851,95.

L’Assemblea Generale dei soci, udita la relazione del Presidente e lo Statuto Organico predisposto, all’unanimità delibera la fondazione dell’Istituto per il baliatico agli infanti legittimi poveri del Comune di Chiavari, e prega il Presidente di provvedere alla sua erezione in Ente Morale. Viene anche approvato lo Statuto Organico.

La Giunta Municipale di Chiavari approva lo statuto dell’Istituto il 6 giugno 1921 ed il 30 luglio anche il Consiglio Comunale ratifica.

L’erezione in Ente Morale giungerà tre anni più tardi, con Regio Decreto 19 luglio 1924 N° 1340.

Passaggio titoli e mobili. Il 14/4/1925 avviene formalmente e materialmente il passaggio dei titoli (all’epoca non esisteva la dematerializzazione dei titoli azionari ed obbligazionari!) ed altri beni mobili di varia natura dalla Società Economica, presieduta dal Cav. Luigi Maria Rivara, all’Istituto per il Baliatico, presieduto dal Dott. Vittorio Achille Raffo, che provvede al deposito presso l’allora Cassa di Risparmio di Chiavari.

Tra gli oggetti consegnati, oltre a titoli di Stato, azioni, obbligazioni e liquidità per un ammontare di £. 174.948,14, risultano anche alcuni mobili, ben 12 sedie imbottite, 6 sedie comuni, 4 baldacchini da finestra, alcuni quadri, tende in damasco, numerose fasce di cotone per lattanti (all’epoca non esistevano gli attuali pannolini!), 4 baveri e 2 cuffiette per bambini. Alcuni di questi mobili e quadri arredano ancora oggi la sede dell’Istituto.

 

L’INIZIO DELL’ATTIVITÁ DELL’ISTITUTO

Contrariamente a quanto aveva prudenzialmente previsto il fondatore Avv. Daneri, non vi è necessità di esercizi inoperosi al fine di maturare un patrimonio tale da poter iniziare a praticare la beneficenza prevista.

Infatti, grazie al contributo della Società Economica e ai lasciti delle Fondazioni Campodonico, Ginocchio e Rocca, il patrimonio donato dall’Avv. Daneri per la creazione dell’Istituto permette subito la piena operatività.

L’organico è costituito da un assistente e da un segretario, compito spesso svolto da un consigliere. Il segretario veniva affiancato da un amanuense, che provvedeva alla stesura dei verbali, alla corrispondenza con i fornitori e con gli assistiti, alla burocrazia relativa al personale, alla cura dell’archivio.

Gli amministratori, nello Statuto organico approvato la sera dell’11 aprile 1921,vengono eletti interamente dalla Società Economica, che pure nomina il Presidente. Ma al momento di richiedere al Ministero l’erezione ad Ente Morale giungono, però, indicazioni dalla Sottoprefettura di Chiavari affinchè fossero apportate alcune variazioni allo Statuto, in quanto si temeva una eccessiva ingerenza della Società Economica nel nuovo Istituto, poiché lo statuto approvato prevedeva tutti i cinque membri nominati dalla Società Economica. L’Assemblea della Società, in una animata riunione del 10 dicembre 1923, prende atto di alcune osservazioni formali, ma insiste su altre posizioni sostanziali.

Lo Statuto che ne risulta prevede l’elezione di tre membri del Consiglio a cura della Società Economica di Chiavari e dei restanti due da parte del Consiglio Comunale di Chiavari. Il Presidente viene ora scelto dal Consiglio stesso tra i propri membri.

L’attività dell’Istituto è molto ampia:

- si giova di medici volontari (costituenti il Corpo dei Visitatori) e di dame volontarie (costituenti il Comitato delle Signore Visitatrici) che esercitano gratuitamente le funzioni di cura, assistenza e vigilanza dei bambini. I loro compiti erano vari: dalla visita periodica dei bimbi poveri, all’epoca sprovvisti di un’assistenza pediatrica continuativa; ad istruire le madri sul modo più proficuo di allevare la loro prole, combattendone i pregiudizi ed ammaestrandole nei principali processi igienici ed educativi; visitare le famiglie ed assumere informazioni sulle loro condizioni economiche; esercitare un’efficace sorveglianza sulle madri lattanti e sulle nutrici alle quali sono affidati i bambini, con facoltà di richiedere una visita del medico. Le città erano divise in zone e ad ogni membro del Corpo dei Visitatori o del Comitato era assegnata una zona di competenza per l’assistenza;

- è dotato di un dispensario per lattanti, dove i bambini venivano condotti ogni 20 giorni, per essere visitati e pesati da un medico pediatra che registra lo stato di salute su cartelle individuali;

- si prefigge di diffondere l’allattamento materno, fornendo alle madri bisognose buoni per alimenti, medicinali, ricostituenti e corredini;

- provvede all’allattamento con le balie, qualora il latte materno risulti insufficiente;

- gestisce le domande delle donne che si dichiarano disposte a fungere da balie, verificando la sana costituzione e le condizioni igienico-sanitarie, oltre alla buona condotta, delle nutrici.

Prima assistenza. Il 10/2/1925 viene deliberata la prima assistenza a favore di Assunta Gotelli, abitante a Caperana a Chiavari, nata da quattro giorni, la cui famiglia versa in stato di povertà.

 

IL PERIODO FASCISTA E LA GUERRA

Ed ecco che l’Istituto, ancora nei suoi primi anni di vita, incrocia la propria attività con la progressiva pervasività del governo fascista negli enti e nelle organizzazioni sociali.

Alcune prescrizioni giungono tramite circolari ministeriali e possono apparire marginali: ad esempio, l’obbligo del saluto romano fascista tra impiegati pubblici viene notificato tramite due circolari e poi ulteriormente puntualizzato in quanto vi era un uso “disordinato” di tale saluto. Oppure l’imposizione della progressiva riduzione degli stipendi degli impiegati pubblici nel corso degli anni 1926/33 caratterizzati da deflazione.

Il 28/12/1925, ricaviamo dai verbali di consiglio, il Presidente Dott. Raffo si mostra perplesso a mantenere il patrimonio immobiliare per la sua poca redditività e l’onerosità della manutenzione, evidenziando anche casi di inquilini morosi e confrontando il rendimento esentasse dei Titoli di Stato al 5%. Se ne può ricavare, stante al contrario la diffusa cultura dell’epoca sulla importanza e sicurezza degli investimenti immobiliari, che vi siano stati pressanti inviti per procedere a monetizzare il patrimonio. Ricaviamo questo dalle successive delibere in cui già si prevede il reinvestimento del capitale realizzato in Titoli dello Stato “Prestito del Littorio”, all’epoca in collocamento e a favore del quale, era stato emanato il R.D. 5/11/1926 che obbligava tutti gli enti pubblici ad investire la liquidità o i disinvestimenti in esso. Fatte le perizie di stima, nell’arco di pochi mesi gli immobili vennero messi all’asta e un piccolo fabbricato di due piani venne venduto e l’atto stipulato il 19 ottobre 1926 per £. 70.000. Il fabbricato principale, invece, non trovò acquirenti, nonostante il ribasso concordato e, alla luce dei successivi avvenimenti storici, possiamo affermare che fu una fortuna per il patrimonio dell’Istituto.

Commissariamento. Nello stesso anno, vennero emanate direttive per accentrare la direzione degli enti di beneficenza in mano pubblica. Possiamo così vedere dai documenti che il 6/1/1927 il Presidente viene invitato a presentarsi in Comune il giorno successivo dove l’appena insediato Commissario Prefettizio, in sostituzione del Sindaco, lo invita a dimettersi insieme a tutto il consiglio, per disposizione del Prefetto. Già il 9 gennaio il Consiglio si riunisce e verbalizza, insieme alla presa d’atto della vendita della casa suddetta, anche le dimissioni del Consiglio, come ultimo punto all’ordine del giorno. Possiamo leggere: Il Presidente sig. dott. Raffo riferisce di aver partecipato, dietro formale invito, ad un’adunanza, indetta dal Sig. Commissario Prefettizio al Comune di Chiavari il giorno 7 corr. nel Palazzo Comunale, di tutti i Presidenti delle Ammnistrazioni Pubbliche di Beneficenza cittadine. In tale adunanza il sig. Commissario Prefettizio, per ordine avuto dall’Ill.mo Signor Prefetto della Provincia di Genova, ha notificato che tutti i Consigli d’Amministrazione delle Opere Pie cittadine sono pregati di rassegnare le proprie dimissioni. Il Presidente, ottemperando con senso di disciplina al desiderio dell’Autorità superiore, propone e invita i Colleghi d’Ufficio a rassegnare le proprie dimissioni. DOCUMENTO. Il verbale poi prosegue affermando che seguì una breve e serena discussione, ma tanta serenità non deve esserci stata; comunque non sembra vi potessero essere alternative. La successiva lettera di nuova convocazione del Presidente ad opera del Commissario prefettizio al Comune attesta le dimissioni di tutti i Consigli delle opere pie. In un breve verbale tristemente il Dott. Raffo prende atto che l’amministrazione del Baliatico viene assunta dal Commissario prefettizio e si mette a disposizione del Commissario per quanto possa occorrere. DOCUMENTO

Inizia così il periodo commissariale che vedrà alla guida dell’Istituto inizialmente il Comm. Benedetto Accorsi, dopo breve il Dott. Luigi Sanguineti, ma soprattutto il Prof. Attilio De Martini che guida il Baliatico dal 1928 al 1931, fino alla consegna al nuovo consiglio.

Fatti del periodo. In questo periodo si compiono importanti passi per l’istituto. La sede viene sistemata per gli scopi d’istituto, congiuntamente con la definizione della pratica per l’apertura di un porticato pubblico a piano terra, come richiesto e concordato con il Comune per rendere più agevole l’accesso a Via Nino Bixio. Da un ambulatorio in comune con altri medici, gentilmente messo a disposizione dall’allora presidente Dott. Vittorio Raffo, ora il Baliatico dispone di una confortevole sede con bollitore per l’acqua calda ed il latte. L’inaugurazione avviene in gran pompa l’8 febbraio 1931, alla presenza di molte autorità, come riportano i verbali ed i giornali, completati dai discorsi pronunciati. DOCUMENTO

Un altro aspetto curato dalla gestione commissariale era la modifica statutaria, in modo da rendere lo Statuto conforme al modello delle direttive ministeriali, ovvero portare la maggioranza dei consiglieri ad essere nominati dal Podestà e non più dalla Società Economica ed il presidente nominato dal Prefetto e non più dal consiglio stesso, oltre ad altre modifiche di minor conto. Effettuate anche tali modifiche ed ottenuta l’approvazione ministeriale, l’amministrazione viene riconsegnata ad un nuovo Consiglio d’amministrazione che torna così a riunirsi nel 1932.

Tipo d’assistenza. Dai verbali di Consiglio del 28/2/33, ricaviamo che l’assistenza riguardava una cinquantina di bambini e così viene descritta l’assistenza prestata: I bambini saranno visitati settimanalmente dal sanitario dell’Istituto e potranno beneficiare di eventuali medicinali o ricostituenti prescritti dal Sanitario. I sussidi alimentari alle mamme saranno concessi mediante buoni mensili e il latte artificiale Alpe distribuito direttamente durante le visite settimanali dalle Patronesse Visitatrici, in conformità delle istruzioni mediche. Tutti i sussidiati dovranno attenersi alle norme disciplinari contemplate dal regolamento in difetto di che saranno sospesi o radiati dall’assistenza.

Nel 1935 i locali visite dei bambini della sede vengono dotati di impianto di riscaldamento a carbone.

Nello stesso periodo vengono costituiti numerosi enti pubblici che si dedicano all’assistenza sociale, alla maternità e all’infanzia. Dalle corrispondenze si può ricavare l’esistenza di una certa collaborazione, anche se non mancano i momenti in cui sembra all’orizzonte un’unificazione del Baliatico in tali enti.

Il passaggio attraverso la seconda guerra mondiale vede l’Istituto presente ed attivo nell’assistenza ai bambini anche se le difficoltà aumentano con il progredire del conflitto.

Lo testimoniano le richieste al dispensario di Genova per ottenere il carbone per il riscaldamento dell'ambulatorio pediatrico: nel corso degli anni di guerra l’assegnazione passò da 3000 chili a 600 chilogrammi per l'intero inverno. Similmente accadde per il sapone, ridottosi progressivamente a pochi chili, ma che per l’Istituto era indispensabile, in quanto il bagnetto caldo che veniva fatto ai bimbi durante la visita periodica era spesso l’unica occasione d’igiene: molte case erano infatti sprovviste di acqua corrente, soprattutto quelle modeste che, al più, erano dotate della latrina. Anche gli approvvigionamenti degli alimenti incontrarono progressive difficoltà: per esempio, ottenere l'invio dalla Mellin di Milano del latte in polvere. La Mellin, ancora oggi tra le prime società in campo di alimenti per l’infanzia, è stata la prima in Italia a produrre il latte in polvere. DOCUMENTO. Il problema era che le ferrovie non assumevano più il trasporto di simili derrate a causa dei furti, e si era creata così la necessità di andare direttamente a ritirare il latte a Milano con un furgone, ma non si poteva certo andare come privati cittadini, troppi erano i rischi. L’Istituto si rivolse più di una volta alla Prefettura di Genova chiedendo di provvedere e la risposta giunse dal Comitato Provinciale dell’U.N.P.A. (protezione antiaerea) che avrebbe garantito l’esecuzione del trasporto, purchè le venisse fornito il carburante e perfino l’olio per il motore, con un consumo calcolato, pensate, in un chilo ogni cento chilometri.

Dal 1941 i locali sotterranei dell’Istituto vengono adibiti a rifugio antiaereo, dopo adeguamento a spese, però, dell’Istituto.

Il 12/5/1944 si è avuto il bombardamento di Chiavari, con il conseguente sfollamento di buona parte della cittadinanza: l’opera assistenziale subì così un rallentamento anche in seguito alla già accennata interruzione degli approvvigionamenti del latte Alpe da parte della Mellin di Milano.

Un aspetto sempre del periodo di guerra che abbiamo ricavato dalle corrispondenze intercorse e che assume caratteri particolari sono i rapporti con le varie autorità susseguitesi in poco tempo dal 1943 al 1945: in Comune si passa dal podestà Corte al commissario Cosenza, all'Amministrazione del C.L.N. partigiano dopo la liberazione fino al primo Sindaco eletto Sannazzari. In Provincia si passa dalla Regia Prefettura al Capo della Provincia alla Prefettura repubblicana, in alcuni mesi.

Patrimonio. Alle difficoltà quotidiane si aggiunse l'impoverimento patrimoniale dovuto all'iperinflazione di guerra: dal lato immobiliare, i canoni di locazione non poterono essere aggiornati, sia per le disposizioni di legge, sia per la situazione generale disgraziata dei conduttori delle case e delle botteghe.

I titoli di Stato e le obbligazioni che prima permettevano di trarre una discreta rendita con cui assistere i bambini, in pochi anni si riducono a somme ridicole. Al momento della fondazione l’Istituto può godere di titoli di Stato, obbligazioni ed azioni per il corrispondente di € 143.000 di oggi (£. 174.900). Alla fine del 1947, abbiamo il passaggio del servizio di tesoreria dalla Cassa di Risparmio di Genova al Banco di Chiavari e della Riviera Ligure e risulta dai verbali un patrimonio in titoli del valore odierno di € 7.145 (£. 422.100 ). L’inflazione di guerra ha quasi azzerato il valore dei titoli che comunque in 25 anni erano più che raddoppiati come valore nominale. Il patrimonio dell’Istituto, così, si riduce di fatto ai soli cespiti immobiliari, invariati dalla vendita dell’immobile in Via Vittorio Veneto nel 1927.

 

Ricordo. Prima di descrivere l’assetto moderno del Baliatico, vorrei strappare dall’oblìo alcune persone che furono fondamentali nella storia dell’Istituto, così come è emerso dallo studio del nostro archivio:

-                 Ezio Pattini fu amanuense e segretario dalla prima riunione nel 1924 fino al 1990, ovvero per oltre 65 anni: figura conosciuta da molti chiavaresi appunto per la lunga attività svolta, grazie alla sua precisione e meticolosità archivistica, importanti documenti sono stati salvati dal macero e spero in futuro di poter organizzare magari anche una mostra, unendo oggetti interessanti come una bilancia pesabambini in legno o una macchina per scrivere Everest del 1936 e documenti come il testamento olografo dell’Avv. Daneri, il verbale di fondazione da parte della Società Economica, o il primo statuto, tutti manoscritti. Dimessosi dall’incarico all’età di novant’anni, Pattini dopo tre mesi morì;

-                 la Dott. Lina Lertora, per molti decenni fu il medico dell’Istituto che regolarmente visitò i bimbi assistiti e vide crescere più generazioni. Si hanno sue notizie già nel 1937 come assistente del Prof. Gismondi, all’epoca direttore sanitario dell’Istituto, e la dottoressa proseguì l’attività fino alla chiusura del servizio ambulatoriale di visita del Baliatico nel 1985, a seguito dell’estensione generalizzata dei servizi mutualistici;

-                 il Dott. Pietro Rossi, presidente o consigliere dell’Istituto dal 1936 al 1970: era medico chirurgo, viceprimario dell’Ospedale civile di Chiavari, ed anche in momenti difficili come la guerra non mancò di prestare la sua opera per proseguire l’azione del Baliatico:

-                 l’Avv. Carlo Delpino, figura contemporanea, molto conosciuta, fece parte del Baliatico, prima come consigliere, poi come presidente dal 1951 al 1997, quindi per oltre 46 anni;

-                 e non possiamo dimenticare l’Avv. Fortunato Descalzo, che mi ha preceduto alla guida dell’Istituto per un decennio fino al settembre scorso e con la sua opera ha iniziato il rinnovamento delle strutture del Baliatico. L’attuale Consiglio ha condiviso con entusiasmo la proposta del sottoscritto di insignire l’Avv. Descalzo di una attestato di benemerenza e il Natale scorso, durante la Festa dei bambini, l’Avv. Descalzo è divenuto il Volontario N°1 del rinato Corpo dei Volontari del Baliatico.

 

IL SERVIZIO ATTUALE

 

Cambio di funzioni. Si giunge così agli anni recenti, con una progressiva trasformazione della funzione svolta: si passa da un’iniziale assistenza completa, comprendente anche la visita medica periodica dei bambini ed al loro allattamento con balie quando necessario, all’attuale assistenza di supporto ai compiti svolti dai servizi sociali e dal sistema sanitario, progressivamente esteso a tutti i cittadini, anche non appartenenti all’Unione Europea.

L’ultimo Statuto, a cui dobbiamo riferirci, è del 2005 ed è stato varato in seguito alla legge di riforma delle IPAB che obbligava ad optare tra ASP e fondazione privata.

Con il Regolamento di organizzazione ed ammissione, approvato dal CdA il 12 febbraio scorso, si è completato il percorso normativo. Attualmente l’assistenza viene prestata a tutti i bimbi fino a tre anni di età che siano nati e residenti nel Comune di Chiavari e limitrofi.

Pertanto non vi è distinzione di nazionalità e accogliamo bimbi di ogni provenienza.

A livello statistico abbiamo una presenza di bambini italiani al 50% con bambini extracomunitari; non abbiamo altri bimbi comunitari. Da un punto di vista delle dinamiche all’accesso si può notare che i concittadini italiani si presentano con difficoltà; si ritiene che tale atteggiamento possa derivare da ritrosia, tenuto conto dell’ubicazione centrale dei nostri uffici e dell’affollamento che spesso si crea il giorno della distribuzione: speriamo con i nuovi canali attivati, telefonici o telematici, di superare questo sbarramento. La maggioranza degli assistiti extracomunitari sono ecuadoregni, seguiti da peruviani e albanesi. Come detto, invece, non abbiamo né assistiti né richieste di assistenza da parte di cittadini comunitari.

 

Servizio attuale. Attualmente il Baliatico svolge un servizio con appuntamento mensile in cui viene effettuata la distribuzione di vestiario, calzature, libri e giocattoli per bambini; provvediamo alla consegna del buono da spendere presso negozi convenzionati di alimentari o prodotti per l’infanzia. Svolgiamo altresì un servizio di consulenza sociale, per indirizzare le famiglie bisognose verso le strutture istituzionali o associative volontarie disponibili sul territorio.

Il Consiglio di Amministrazione, rinnovato nel settembre scorso, ha intrapreso una decisa operazione per diffondere la conoscenza del Baliatico che con gli anni si era andata affievolendo.

ü  Ha attivato contatti con giornali e televisioni locali per far conoscere l’esistenza e l’attività del Baliatico, con un buon riscontro soprattutto sul piano del conferimento di oggetti;

ü  Ha attivato il sito internet dell’Istituto, ovviamente senza addebitarne i costi;

ü  Ha attivato un c.c.p. per facilitare eventuali oblazioni;

ü  Ha realizzato materiale informativo, come depliant, cartoline e biglietti;

ü  Ha perseguito una maggiore sensibilizzazione della popolazione sull’attività svolta in modo da stimolare il sostegno che può attuarsi con modalità molto diverse tra loro, così da permettere a chiunque di contribuire: la consegna di abbigliamento o calzature per l’infanzia usate o nuove; libri; giocattoli; alimenti per l’infanzia o per la famiglia. Oppure si può contribuire con oblazioni in denaro che permettono di estendere la platea delle famiglie assistite e ridurre così l’attesa che attualmente è di circa sei mesi.

ü  abbiamo stabilito contatti con ditte come DiMeglio, Teknovend, Preti Dolciaria, ed abbiamo ottenuto la donazione di prodotti. Per Pasqua normalmente dovevamo acquistare uova di cioccolata e colombe da donare ai bambini; quest’anno invece ci sono stati donati per tutti.

ü  è stata aumentata la redditività del patrimonio immobiliare del 23%, grazie alla concomitante scadenza dei contratti di locazione. Nello stesso tempo si assistono gli inquilini bisognosi segnalando, per esempio, l’erogazione dei buoni casa da parte del Comune.

ü  Incremento assistenza. Considerate che dall’inizio dell’anno abbiamo incrementato del 25% il valore del buono mensile consegnato e del 12% il numero di famiglie assistite. Ogni fine mese sono personalmente presente ed autorizzo ogni singolo buono emesso e vi assicuro che è con grande amarezza che talora sono costretto a rifiutare di prestare un’assistenza in quanto il bambino è ormai prossimo ai tre anni o l’attesa è troppo lunga.

ü  Abbiamo, come detto prima, fondato il Corpo dei Volontari del Baliatico, o meglio rifondato, e comprende tutte le persone di buona volontà che ci sostengono nei modi sopra detti, o semplicemente ci aiutano di persona nei momenti impegnativi della distribuzione mensile o della Festa di Natale.

Lo scorso Natale la festa si è svolta presso la Società Economica di Chiavari che grazie alla disponibilità del Presidente Dott. Napolitano e di tutto l’Ufficio di Presidenza, ha messo a disposizione la sala Ghio Schiffini, dove abbiamo potuto creare un ambiente natalizio con il presepe, l’abituale abete, tante musiche, regali e giochi. Anche in quell’occasione, grazie alla disponibilità dei Volontari e di molti commercianti che ci hanno donato torte dolci e salate, del Dott. Gualtiero Schiaffino che ci ha donato tantissimi libri, abbiamo avuto un’ottima riuscita che sarebbe stata altrimenti impensabile.

Una dei prossimi obiettivi è l’ottenimento delle caratteristiche utili per potersi classificare come onlus: questo permetterebbe ai donatori della Fondazione di ottenere agevolazioni fiscali come deduzioni e detrazioni e ciò si è dimostrato un ottimo incentivo, soprattutto per le imprese, che normalmente hanno una quota di bilancio da destinare a scopi sociali.

 

Rimangono vaste aree di azione, soprattutto nell’ambito dei comuni più piccoli, ove risulta più difficile per le amministrazioni aiutare le famiglie in difficoltà economiche, a causa dei carenti stanziamenti in ambito sociale. L’Istituto oggi coordina la propria azione con le altre associazioni presenti sul territorio ed operanti nel medesimo ambito, in modo da evitare sovrapposizioni e dispersione di risorse.

 

L’Istituto per il Baliatico ha attraversato un lungo tratto di storia del Tigullio, senza mai venire meno alla sua vocazione e alle intenzioni del suo illuminato ideatore, l’Avv. Antonio Daneri, ed ancora oggi interpreta la sua azione sempre rivolgendosi verso i più piccoli ed i più indifesi.

 

Relazione elaborata da Giovanni Nicola Dallorso

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